Obesità: la nuova epidemia ignorata. L’esperienza Ekberg e la cecità di Italia e Grecia
di Evangelos Alexandris Andreuccio
L’obesità è un problema che sembra uguale per tutti, ma non lo è. Ogni corpo, ogni mente, ogni storia individuale racconta un diverso equilibrio infranto tra alimentazione, movimento, emozioni e consapevolezza. Eppure, di fronte a un fenomeno che cresce in modo preoccupante in tutta Europa, i sistemi sanitari di Italia e Grecia continuano a muoversi con lentezza, aggrappati a vecchi paradigmi medici e farmaceutici, incapaci di proporre un approccio realmente trasformativo.
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L’Europa ingrassa, la medicina arranca
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 59% degli europei è oggi sovrappeso o obeso. È una percentuale drammatica, destinata ad aumentare nei prossimi anni. In Svizzera, dove le iniezioni dimagranti come Wegovy sono già coperte dall’assicurazione sanitaria, il costo del rimborso ha raggiunto i 43 milioni di franchi nel 2024 — e si prevede che possa arrivare a 300 milioni a medio termine.
Nonostante l’entusiasmo mediatico, gli studi mostrano che la perdita di peso indotta da questi farmaci è temporanea, e che spesso comporta perdita di massa muscolare e un inevitabile recupero del peso dopo la sospensione del trattamento.
Si tratta, insomma, di un palliativo costoso, non di una cura. Eppure, governi e opinione pubblica sembrano ignorare la radice profonda del problema: l’obesità è una malattia della civiltà, non solo del corpo.
La mia esperienza: 43 chili in 6 mesi con il metodo Sten Ekberg
Nel 2024 ho deciso di affrontare il mio stesso problema di obesità — e non con farmaci, ma con conoscenza. Mi sono affidato dopo attenta ricerca di mesi sulla letteratura scientifica più aggiornata, alla metodologia elaborata dal dottor Sten Ekberg, ex atleta olimpico e medico chiropratico svedese, che ha saputo coniugare la più recente letteratura scientifica in endocrinologia, metabolismo, sociobiologia e neuroscienze con una visione olistica dell’essere umano.

In sei mesi ho perso 43 chili, senza iniezioni, senza pillole, senza integratori e senza privazioni insostenibili.
Non ho seguito una “dieta”, ma ho imparato a rieducare il mio corpo e la mia mente, ristabilendo nel mio comportamento quotidiano l’armonia tra ormoni, sonno, alimentazione, socializzazione e movimento. Il principio di fondo del metodo Ekberg è semplice ma rivoluzionario: non si tratta di ridurre le calorie, ma di riequilibrare il metabolismo e disintossicare il sistema ormonale dallo stress, dallo zucchero, dal cortisolo, dall’isolamento e dalla disinformazione ingannevole.
Il muro dell’ inerzia mentale del tradizionalismo degli stereotipi di massa
Ciò che mi ha colpito, però, è stata la totale indifferenza del pubblico e dei professionisti della salute in Italia e Grecia.
Mentre in altri paesi cresce l’interesse per la medicina funzionale, la nutrizione metabolica e la gestione integrata dello stress, qui il discorso resta fermo su vecchie diete ipocaloriche, farmaci sintomatici e messaggi pubblicitari superficiali.
È come se la società mediterranea — culla della dieta più equilibrata del mondo — fosse ormai sorda alla sua stessa tradizione di saggezza corporea.
Il paradosso è che Italia e Grecia si trovano oggi a condividere un destino preoccupante: da paesi di longevità e salute, stanno diventando società obese, stressate e farmacodipendenti.
Un appello alla consapevolezza e risoluzione collettiva
Il metodo Ekberg non è una “moda” o un business. È un percorso educativo che restituisce all’individuo la responsabilità e la conoscenza del proprio corpo.
Invece di affidarsi a un’iniezione miracolosa, occorre ripensare la salute come equilibrio sistemico: biologico, mentale e sociale.
È tempo che anche Italia e Grecia — paesi di grande intelligenza e cultura, ma di scarsa educazione sanitaria moderna — aprano gli occhi sulla nuova scienza del metabolismo.
L’obesità non è un destino, né una colpa.
È un segnale: la civiltà ha perso il contatto con il corpo e con la verità biologica e sociale, conviviale della vita.
Ritrovarlo è possibile, ma serve il coraggio di guardare oltre la medicina del sintomo e della semplice estetica corporea, considerare la durata e salute di ogni soggetto e dell’intera popolazione seguendo con apertura mentale e aggiornamento scientifico le giuste politiche riformatrici.
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Una esposizione esaustiva dell’argomento
Conosco personalmente il professore che ha pubblicato l’articolo e posso assicurare la veridicità di quanto affermato. Quasi gli direi che adesso basta dimagrire. Il suo fisico è ormai in forma.
Grazie per l’attestato di stima e fiducia! Ne abbiamo proprio bisogno di comunicare pubblicamente per fare comunità tra di noi e cercare di sfidare gli algoritmi commerciali che ci costringono a pagare denaro per guadagnare visibilità di pubblico. La comunicazione industriale e pubblicitaria riduce sempre più i cittadini in clienti idioti consumisti silenti e passivi, incapaci di vedere criticamente la realtà e guadagnarsi la propria libertà ed emancipazione dallo sfruttamento sistematico unidimensionale disumano, fondato esclusivamente sulla circolazione del denaro.
Devo sottolineare però che ho smesso la cura dimagrante e rigenerante per la mia salute dal 10 dicembre 2024, il giorno nel quale ho raggiunto il mio peso ideale di 65 kg per 180 cm di altezza, fisico atletico e muscolare. Da allora seguo la dieta mediterranea ricca di tutti gli alimenti naturali, evitando semplicemente la spazzatura industriale, gli zuccheri, l’alcool, e i veleni vari di conservanti, coloranti, eccetera. La cosa importante che sottolineo ancora è la stabilità del peso insieme a una perfetta salute fisica e mentale, senza alcun problema di nessun genere. Sono in forma come un quarantenne in piena fioritura.
Le mie ripetute pubblicazioni è proprio per far vedere la naturalezza con cui il mio metabolismo aggiustato mantiene il mio fisico nel tempo, proteggendomi da ricadute verso la ripresa del peso, tipico effetto delle diete ipocaloriche e tradizionali. Purtroppo i miei conoscenti lettori non vogliono accorgersi dell’evidenza che offro, sia sul piano teorico conoscitivo, sia sul piano pratico cognitivo. Non posso fare altro che stigmatizzare questa loro pigrizia mentale, l’inerzia comportamentale, la zona di comodo della cecità e sordità, la chiusura della mentalità e scarsa intelligenza verso l’innovazione e il progresso personale e collettivo.