Prevenzione, rischio modificabile, socioterapia: una prospettiva scientifica per migliorare la qualità e la durata della vita

  • Prevenzione, rischio modificabile, socioterapia: una prospettiva scientifica per migliorare la qualità e la durata della vita

Di Evangelos Alexandris Andreuccio

Consulente facilitatore in sviluppo sociale e  personale 

Introduzione

La salute non è solo questione di genetica o destino: un numero crescente di studi mostra che molti tra i problemi più gravi che affliggono l’umanità — tumori, demenza, malattie croniche — sono strettamente connessi alle modalità con cui viviamo: comportamento, ambiente, abitudini, relazioni sociali. La prevenzione diventa così non solo cura primaria, ma scelta strategica di politica sanitaria, educativa e sociale.

Dati statistici su tumori e stili di vita

Uno studio dell’American Cancer Society ha stimato che oltre il 40 % dei casi di cancro nei soli Stati Uniti sono attribuibili a fattori di rischio modificabili: fumo, obesità, alcol, inattività fisica, dieta scorretta.

In Finlandia, un’analisi su quasi 254.000 partecipanti ha rilevato che il 34 % dei tumori negli uomini e il 24 % nelle donne possono essere associati a fattori di rischio modificabili (peso corporeo in eccesso, consumo di alcol, ecc.).

Il contributo combinato di sovrappeso e consumo di alcol da solo è responsabile di circa il 10 % dei tumori solidi maligni in quel contesto.

Questi dati confermano che comportamenti come fumare, abuso di alcol, alimentazione non salutare, sedentarietà non sono solo scelte individuali, ma determinanti rilevanti della salute pubblica.

Dati statistici su demenza e fattori modificabili

Un report del Lancet Commission on Dementia ha identificato 14 fattori di rischio modificabili nel corso della vita (tra cui ipertensione, obesità, disabilità uditiva, isolamento sociale, alcol, scarsa attività fisica): agendo su questi si potrebbero prevenire o ritardare circa il 45 % dei casi di demenza a livello globale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che nel 2021 c’erano circa 57 milioni di persone con demenza nel mondo, con quasi 10 milioni di nuovi casi ogni anno.

Uno studio recente su pazienti con diagnosi di demenza ha confermato che fattori quali depressione, ipertensione, abuso di alcol, obesità, danni cerebrali traumatici, deficit sensoriali sono associati a un rischio significativamente aumentato.

Evidenze a favore degli interventi comportamentali e sociali

Interventi basati su gruppi (social group interventions) sono stati valutati come efficaci per la depressione: una revisione sistematica ha analizzato 28 programmi diversi (gruppi artistici, gruppi di esercizio fisico, ecc.), con dosaggi variabili, e ha mostrato che tali interventi producono effetti da piccoli a molto grandi nel miglioramento dei sintomi depressivi.

Per gli anziani nelle strutture care, attività di reminiscenza svolte a livello di gruppo (gruppo di reminiscenza) mostrano miglioramenti sia cognitivi che del benessere generale, rispetto a interventi individuali o attività di gruppo generiche.

In contesti di trauma collettivo, come in Rwanda, la socioterapia comunitaria ha dato risultati misurabili in termini di miglioramento del benessere, riduzione di ansia e depressione, e del senso di stigma tra giovani sopravvissuti.

Implicazioni biologiche: ormone della crescita, metabolismo, equilibrio ormonale

Anche se studi clinici specifici sull’ormone della crescita (GH) come strumento preventivo sono ancora in fase preliminare, esistono dati che indicano come:

Il mantenimento di una composizione corporea sana, con un buon rapporto massa magra/massa grassa, stimoli il metabolismo in modo favorevole.

Un’attività fisica regolare influenza positivamente la regolazione ormonale (es. insulina, fattori di crescita), che sono mediatori chiave nei processi legati all’invecchiamento cellulare e al rischio oncogeno.

Panorama complessivo: stime di prevenibilità

Riassumendo:

~ 50 % dei casi di demenza potrebbero essere evitati o almeno ritardati con interventi precoci lungo tutto l’arco della vita.

~ ~45 % dei tumori (o più, a seconda del tipo) sono associabili a fattori modificabili in molti studi.

Questi numeri mostrano che la prevenzione comportamentale non è un’astrazione morale, ma misura con impatto concreto sulla salute delle popolazioni.

Ruolo della socioterapia come strumento preventivo

La socioterapia — intesa come incontri reali, dal vivo, tra persone che condividono esperienze, situazioni di rischio, desiderio di cambiamento — possiede caratteristiche che la rendono adatta per consolidare le strategie di prevenzione:

1. Consapevolezza cooperativa: le persone apprendono non solo da fonti scientifiche, mediche o mediatiche, ma dalle storie degli altri, dal racconto condiviso, che spesso favorisce una presa di coscienza emotiva più profonda.

2. Sostegno emotivo e sociale: l’isolamento sociale è di per sé un fattore di rischio per la demenza, la depressione, e altre patologie; vivere in comunità, sentirsi parte, condividere, riduce il senso di solitudine, favorisce autostima e resilienza.

3. Azione collettiva e scelte di vita: nei gruppi si possono sperimentare cambiamenti di abitudini — camminare insieme, condividere pasti più sani, gruppi di sostegno per smettere di fumare o ridurre alcol, attività creative o culturali che stimolano la mente — con ricadute concrete di salute fisica e mentale.

4. Riduzione dei costi individuali e sociali: prevenire è tipicamente molto più economico che curare malattie avanzate, non solo in termini medici, ma assistenziali, sociali, psicologici.

 

Proposta: Socioterapia Italo-Ellenica

Alla luce dei dati scientifici più aggiornati a livello mondiale e della esperienza nazionale nei due paesi, propongo la creazione del progetto Socioterapia ItaloEllenica, un programma cooperativo tra Italia e Grecia con queste caratteristiche principali:

Creazione di reti territoriali di socialità, reciprocità, solidarietà in entrambe le nazioni, che organizzino incontri regolari in comunità locali (città, quartieri, isole, villaggi).

Programmi strutturati che combinino educazione sanitaria, laboratori comportamentali, attività fisica, gruppi di dialogo emotivo, sostegno reciproco.

Cooperazione scientifica per monitorare gli effetti: prendere misure pre-e post-intervento su indicatori quali indice di massa corporea, pressione sanguigna, livelli ormonali (ove possibile), valutazione cognitiva, benessere fisico e mentale, incidenza di fattori di rischio modificabili.

Coinvolgimento congiunto di università, enti locali, ONG, professionisti della salute, psicologi, sociologi, con risorse messe in comune.

Conclusione strategica

La prevenzione mediante comportamenti salutari e socioterapia non è solo questione individuale, è strategia nazionale e transnazionale. Per l’Italia e la Grecia, paesi vicini, con storie e culture affini, la cooperazione è un’opportunità essenziale:

Scambio di buone pratiche: dalle regioni italiane che hanno sperimentato con successo progetti comunitari di prevenzione, alle isole e aree rurali greche dove la solidarietà sociale tradizionale può essere un punto di forza.

Risorse condivise: formazione, materiali divulgativi, ricerca comparativa, programmi pilota che possano essere adattati ai contesti locali.

Maggiore efficacia politica: un’iniziativa congiunta ItaloEllenica può attrarre finanziamenti europei, promuovere politiche sanitarie integrate, superare barriere linguistiche e culturali nella diffusione della prevenzione.

In sintesi: prevenire vuol dire investire nel futuro. La prevenzione comportamentale, sostenuta da evidenze scientifiche, diventa ancora più potente se sostenuta da socioterapia territoriale e da una cooperazione transnazionale come quella che offre il progetto Socioterapia ItaloEllenica. In questo modo, non solo allunghiamo la vita, ma miglioriamo la qualità della vita — individuale e collettiva.

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