Filosofia e identità culturale: un ponte tra Grecia e Italia

Filosofia e identità culturale: un ponte tra Grecia e Italia

di Evangelos Alexandris Andruzzos
Spesso si dice che la filosofia non sia semplicemente un accumulo di nozioni, ma piuttosto un esercizio della mente: un invito a porsi le domande fondamentali sull’uomo e sul mondo, sottoponendo le risposte a un costante vaglio critico. Una recente ricerca pubblicata sul Journal of the American Philosophical Association conferma questa intuizione: l’impegno nello studio filosofico contribuisce in modo significativo allo sviluppo delle capacità intellettuali.
Lo studio ha analizzato i percorsi di oltre 600.000 laureati negli Stati Uniti, dimostrando che chi ha scelto la filosofia ha ottenuto risultati superiori rispetto ad altri settori sia nelle prove di ragionamento logico e verbale (come GRE e LSAT), sia in quelle qualità interiori che i filosofi chiamano “virtù intellettuali”: curiosità, disponibilità a mettere in discussione le proprie idee, capacità di valutare l’affidabilità delle informazioni. Ciò che colpisce è che tale vantaggio rimane anche considerando le differenze iniziali: non si tratta quindi soltanto di studenti già predisposti al pensiero critico, ma dell’effetto stesso della pratica filosofica.
Questi dati assumono un rilievo particolare nel nostro tempo, in cui la fiducia nell’istruzione superiore è in crisi e la rapidità dell’intelligenza artificiale mette in dubbio il valore di molte competenze tradizionali. Come sottolineano gli studiosi, oggi più che mai è indispensabile una mente lucida e critica: non solo per la crescita personale, ma per la vitalità della democrazia e della vita pubblica.
Resta aperto, tuttavia, un interrogativo: sviluppare buone abitudini intellettuali non significa automaticamente usarle al servizio della verità e della giustizia. La “virtù intellettuale” è insieme capacità e postura etica: saper esercitare la forza del pensiero al momento opportuno, nel modo giusto e per scopi giusti.
La filosofia, dunque, non promette solo conoscenze: rende le persone più esigenti con le idee, più aperte alla diversità, più pronte a distinguere il vero dal falso. In un mondo saturo di informazioni e disinformazione, questa è una risorsa inestimabile.
Ed è qui che il dialogo italo-ellenico trova il suo respiro: la Grecia antica ci ha consegnato la nascita del pensiero filosofico, l’Italia ne ha raccolto l’eredità sviluppandola nelle università medievali e umanistiche, e insieme i nostri paesi continuano a custodire un patrimonio che non appartiene al passato ma al futuro. Gli studi umanistici non sono una reliquia, ma il cuore pulsante della nostra identità culturale e un ponte di collegamento sociale. In questo spazio di confronto e di crescita, Grecia e Italia possono rinnovare la loro vocazione comune: educare cittadini critici, creativi e consapevoli, capaci di affrontare le sfide del presente con la profondità della ragione e la forza della cultura.

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