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PRIMO MAGGIO: MANIFESTO INTERNAZIONALE DELLA SOLIDARIETÀ OPERAIA
Compagne e compagni, lavoratori e lavoratrici di ogni paese,
oggi, Primo Maggio, leviamo alta la bandiera della lotta di classe, della solidarietà internazionale e della resistenza contro ogni forma di oppressione. Questo giorno non è una semplice ricorrenza, ma un simbolo vivo di rivolta e unità, che attraversa confini e generazioni, dalle barricate di Chicago nel 1886 alle piazze insorte di Atene, dalle fabbriche occupate di Torino ai solchi della riforma agraria in America Latina.
https://acs.cultura.gov.it/wp-content/uploads/2020/03/Quaderno-14.pdf
Le radici della ribellione
Il Primo Maggio nasce dal sangue dei martiri di Haymarket, impiccati per aver osato sfidare il capitale. “La giornata di otto ore” fu il loro grido, e oggi quel grido risuona ancora: contro lo sfruttamento, l’alienazione del lavoro, la precarietà imposta dal neoliberismo.
In Italia, il movimento operaio ha scritto pagine indimenticabili: dalle lotte del Biennio Rosso (1919-1920) alla Resistenza partigiana, dove i lavoratori in armi combatterono non solo il fascismo, ma un intero sistema di oppressione. Come scriveva Antonio Gramsci:
“Odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Passivamente, ma opera.”
In Grecia, la resistenza operaia si è manifestata nelle lotte contro la dittatura dei colonnelli e, più recentemente, contro l’austerity della Troika, quando migliaia di persone occuparono piazza Syntagma gridando:
“Pane, istruzione, libertà! – Ψωμί, παιδεία, ελευθερία!”
Solidarietà senza confini
Dalle comuni zapatiste del Chiapas agli scioperi dei braccianti in Andalusia, dalla rivolta di Soweto contro l’apartheid razzista, alle lotte sindacali nelle fabbriche cinesi, il filo rosso della resistenza unisce chi rifiuta di piegarsi alla logica del profitto.
Karl Marx scriveva:
“I lavoratori non hanno patria. Non possiamo toglierci quello che non abbiamo.”
Eppure, oggi più che mai, il capitale cerca di dividerci: con il razzismo, il nazionalismo, la guerra tra poveri. Ma noi rispondiamo: la nostra patria è la lotta, la nostra bandiera è la solidarietà.
Contro l’indifferenza, un nostro appello agli egoisti
A chi si nasconde dietro l’individualismo, a chi crede che la vita si misuri in likes e stipendi, a chi pensa che il “libero mercato” sia una legge naturale e non una costruzione violenta, arbitraria, una giungla legalizzata dai forti, i capitalisti pieni di privilegi storici grazie al colonialismo, diciamo:
La vostra apoliticità è complicità, pura idiozia. Il vostro silenzio è acquiescenza, zona di conforto impregnata di cloroformio. Il vostro egoismo vi rende schiavi inconsapevoli di un sistema che vi divorerà, prima o poi, e lo fa sistematicamente ogni giorno a vostra insaputa. Non esiste libertà individuale senza liberazione collettiva.
Se credete che il denaro sia l’unico valore, allora avete già perso la vita. Perché la storia è fatta da chi lotta per la propria libertà dando senso alla propria storia, non da chi consuma pateticamente i prodotti e servizi del sistema automatico basato sull’induzione sempre di nuovi falsi bisogni in maniera compulsiva, per i quali sacrificate il vostro tempo per consumarli velocemente comprandoli con il denaro, l’unico feticcio di valore per zombi viventi.
Avanti, dunque!
Oggi come ieri, il Primo Maggio ci chiama a resistere, a organizzare, a costruire un mondo dove non ci siano più padroni né servi, ma solo esseri umani liberi e uguali.
“Se soffriamo, siamo vivi. Se lottiamo, possiamo vincere.”
– Bertolt Brecht
Viva il Primo Maggio!
Viva l’Internazionale Operaia!
(Fonti consigliate: “Storia del movimento operaio” di Eric Hobsbawm, “Operai e capitale” di Mario Tronti, documenti della Prima Internazionale, discorsi di Rosa Luxemburg.)
Solidali, forti, consapevoli, liberi!
La redazione di FILO ITALOELLENICO