I due relitti navali di barca a vela, il più antico del mondo di Dokòs e di Iria in Argolide.

I due relitti navali di barca a vela, il più antico del mondo di Dokòs e di Iria in Argolide.

Dokòs è l’isoletta dell’Egeo, tra Spetses e Idra, nota per il ritrovamento di un relitto risalente al periodo pre-elladico. La scoperta fu fatta da Peter Throckmorton, ricercatore che il 23 agosto 1975 rinvenne sul fondale marino limitrofo all’isola, a circa 15-30 metri di profondità, diversi vasi in ceramica, resti di un naufragio avvenuto del 2200 a.C. Stando alla datazione, quello di Dokòs sarebbe il più antico relitto navale mai rinvenuto sotto il mare al mondo intero.

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CI SONO DUE RELITTI VICINO CASA MIA, QUESTO DI DOKÒS E L’ALTRO DI IRIA.
I successivi relitti navali, sempre a vela, più antichi del mondo trovati, tutti nel Mediterraneo sono della penisola di Uluburun, fine del 14 sec. a.C. della penisola di Chelidonion nella costa sud di Asia Minore Ionica del 13 sec. a.C. e della penisola di Iria, vicino a Spetses, dove viene esposto nel museo del 1200 a.C.
Ma il più antico relitto navale, di gran lunga il più antico, a remi però, è stato trovato nel fondale del lago di Bracciano, piroga in monossile databile a 7.600 anni fa!
Le piroghe si spostavano facilmente nei percorsi di fiumi collegando le navi di altura con gli insediamenti interni, erano i tender preistorici.
Erano già da tempo presenti qui i migranti venuti dal Medio Oriente, Mezza Luna Fertile, facendo tappe a Cipro, Creta, Peloponneso, Sicilia, Salento e su verso il Tirreno su zattere di fortuna, assemblate con canne e con la vela portando con sé anche gli animali e i semi agricoli addomesticati.
Questo flusso di genti, era pacifico, matriarcale, ha fatto da substratto culturale per la formazione della cultura unificante protoeuropea, agricola e pastorale.
E poi, nei millenni successivi i loro discendenti, nostri antenati, hanno esplorato il mare verso il mare Atlantico raggiungendo l’Inghilterra, l’Islanda e la Greenlandia, cosa che fecero per primi i navigatori greci, Ionici Focei, navigatori espertissimi, commercianti dello stagno, materiale prezioso per legare il rame e fare il bronzo.
Questo vecchio video rende bene l’idea della tecnologia navale dell’epoca che ha permesso l’espansione della civiltà agricola e pastorale dal medio oriente verso l’ovest via mare, nel Mediterraneo, Balcani e penisola italica e Sardegna (Sicilia esclusa), dove si sono insediati i primi pastori e che hanno formato la civiltà nuragica con la più alta percentuale di geni progenitori dall’area iraniana, secondo le scoperte genetiche e la lettura del DNA-RNA ultimamente pubblicate e disponibili sulla rete.
Siciliani ed Etruschi fanno parte di un’altra ondata successiva di migrazione degli Yamnaya, venuti dalle steppe via terra a cavallo e portatori della cultura guerresca patriarcale.

Evangelos Alexandris Andruzzos

Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.

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