La sessualità nell’antica Grecia: un quadro complesso

La sessualità nell’antica Grecia: un quadro complesso

«Noi ci teniamo le cortigiane (hetàiras) per il nostro piacere, le concubine (pallakàs) per la cura quotidiana del nostro corpo, le mogli (gynàikas) per la procreazione di prole legittima, e per avere una fida custode del focolare». Demostene, Processo a una cortigiana.

L’immagine che spesso abbiamo della sessualità nell’antica Grecia, in particolare ad Atene, è spesso semplificata e stereotipata. La citazione di Demostene, pur essendo illuminante, non racconta l’intera storia, e ora cerchiamo di definire meglio il contesto storico e culturale della Grecia per comprendere meglio, prima di arrivare nella modernità di scovare sorprendentemente riti sopravvissuti fino ai nostri giorni, come la “sygkrìa” συν-κυρία, compresenza femminile nello stesso domicilio per ottenere la fecondazione del padrone del casolare ed ottenere figli maschi, combattenti, difensori, liberi cittadini.

La Grecia antica: una società a stampo militare dove il maschile dominava. L’antica Grecia, culla della democrazia e del pensiero filosofico, nasconde un lato più oscuro: un profondo radicamento in una cultura patriarcale e militarizzata. Le radici di questa società, secondo molti storici, affondano nelle tribù indoeuropee che colonizzarono i Balcani, trasformando le società matriarcali micenee preesistenti, in patriarcali, come ben si legge nella Porta delle Leonesse di Micene, dove le femmine si inchinano al simbolo fallico de Re, nuovo padrone della nuova società ellenica nell’età del ferro.

Il guerriero al potere. In questo contesto, il guerriero non era solo un combattente, ma una figura centrale dell’ordine sociale. Era lui a dettare le regole, a stabilire le leggi e a proteggere il territorio. Il suo status di dominatore gli conferiva un potere assoluto, che si rifletteva in ogni aspetto della vita quotidiana.

La donna: un ruolo subordinato. Le donne, in questa società, occupavano una posizione nettamente subordinata. Erano relegate a ruoli domestici, come quello di madre e moglie, e la loro vita era strettamente controllata dagli uomini. Anche se alcune città-stato, come Sparta, offrivano alle donne una maggiore libertà, in generale il modello ateniese, dove la donna era considerata proprietà del marito, era predominante.

La sessualità al servizio del potere maschile. La sessualità era strettamente legata al potere e all’identità maschile. L’omosessualità, in particolare la relazione tra un uomo adulto e un adolescente, era considerata un aspetto fondamentale dell’educazione maschile e un modo per rafforzare i legami sociali e di solidarietà profonda tra maestro d’arte e allievo apprendista. Al contrario, la sessualità femminile era vista con sospetto e spesso associata solo alla procreazione, eccezione fatta per i divertimenti effimeri nei simposi tra compagni maschi.

Un codice morale rigido. Questo sistema sociale era sorretto da un codice morale rigido, che valorizzava la forza, il coraggio e l’onore, la determinazione maschile e i ruoli subalterni femminili, regolati da codici e status ben definiti. La trasgressione delle norme sociali, soprattutto da parte delle donne, era punita severamente. Il delitto d’onore, ad esempio, era una pratica diffusa in molte società antiche, compresa quella greca ma non colpiva le donne, ritenute irresponsabili di atti di infedeltà, bensì di maschi molestatori in violazione del codice morale dell’epoca.

L’eredità del passato. Le radici patriarcali della società greca antica hanno lasciato un’impronta profonda nella storia. Molti degli stereotipi e dei pregiudizi che ancora oggi persistono nei confronti delle donne hanno origine in questo periodo. Negli imperi storici successivi, nel popolo sono rimaste memorie degli antichi costumi, sopravvissuti nelle culture nei secoli, arrivando addirittura fino ai nostri giorni.

Riflessioni contemporanee. Comprendere il passato ci aiuta a interpretare meglio il presente. Analizzando la società greca antica, possiamo riflettere sui progressi compiuti e sulle sfide ancora da affrontare nel cammino verso l’uguaglianza di genere.

La pluralità delle relazioni. Come già sottolineato, l’uomo ateniese poteva avere più di una donna nella sua vita. Tuttavia, è fondamentale contestualizzare queste relazioni all’interno del quadro sociale e culturale dell’epoca:

  • Moglie: Era la consorte legittima, la madre dei figli legittimi e la custode del focolare domestico. Il matrimonio era un’istituzione sociale e politica, finalizzata alla procreazione e al consolidamento dei legami familiari.
  • Concubina: Aveva uno status inferiore alla moglie, ma viveva spesso in casa con la famiglia. I suoi figli erano considerati liberi, ma non avevano gli stessi diritti dei figli legittimi. La concubina offriva compagnia e cura al marito, ma non aveva lo stesso prestigio sociale della moglie.
  • Etera: Era una donna colta e raffinata, spesso musicista o poetessa, che intratteneva relazioni intellettuali e sessuali con uomini liberi. Le etere erano apprezzate per la loro bellezza, la loro intelligenza e la loro capacità di conversazione. A differenza delle concubine, non erano legate a un unico uomo e godevano di una maggiore libertà.

Il delitto d’onore e la violenza contro le donne

Il delitto d’onore era una pratica diffusa nel mondo antico, compresa l’antica Grecia. Tuttavia, è importante notare che:

  • La vendetta era rivolta all’amante maschio, non alla donna: Mentre oggi il delitto d’onore è spesso associato al femminicidio, nell’antica Grecia la vendetta era diretta principalmente contro l’uomo che aveva tradito il marito. La donna, pur essendo considerata macchiata, non era la vittima principale della violenza.
  • La concezione della donna: La donna ateniese aveva un ruolo sociale subordinato ed era spesso considerata proprietà del marito. Questa condizione di subordinazione contribuiva a giustificare la violenza contro di lei.

Il ruolo della religione

La religione nell’antica Grecia permeava ogni aspetto della vita, compresa la sessualità. Gli dei dell’Olimpo, con le loro storie di amori e tradimenti, offrivano modelli comportamentali e giustificazioni per diverse pratiche sessuali.

  • Mitologia: I miti greci erano pieni di storie di adulterio, incesto e relazioni omosessuali tra divinità. Questi miti non solo intrattenevano, ma offrivano anche spiegazioni per fenomeni naturali e sociali. Ad esempio, il mito di Zeus che seduceva le donne sotto diverse forme serviva a giustificare l’autorità maschile e la subordinazione femminile.
  • Riti e culti: Molti riti religiosi erano legati alla fertilità e alla procreazione. I misteri eleusini, ad esempio, erano associati a culti di fertilità e a pratiche iniziatiche che potevano includere elementi sessuali.
  • Moralità: La religione stabiliva anche norme morali riguardo alla sessualità. Ad esempio, l’incesto era considerato un grave peccato e punito dagli dei. Tuttavia, le norme morali potevano variare a seconda della città-stato e del periodo storico.

Le donne nelle altre città-stato

La condizione delle donne variava significativamente tra le diverse città-stato greche:

  • Sparta: A Sparta, le donne godevano di una maggiore libertà e autonomia rispetto ad Atene. Erano educate all’atletismo e alla guerra, e avevano un ruolo importante nella società. Le spose spartane si sposavano in età più avanzata rispetto alle ateniesi e potevano avere più di un marito. Si sa che potevano scegliersi liberamente maschi per accoppiarsi per procreare figli per la città di Sparta, al di fuori del proprio matrimonio, senza essere accusate di tradimento coniugale. Le Parthenìe, i figli illegali di Sparta che fondarono Taranto, sono proprio concepiti da schiavi Είλωτες durante la lunga guerra Peloponnesiaca, quando i guerrieri spartani erano lontani per missioni di combattimento nella Messenia e altrove.
  • Corinto: Corinto era una città commerciale e cosmopolita, dove le donne avevano un ruolo più visibile nella società. Erano spesso coinvolte in attività commerciali e avevano una maggiore libertà di movimento. Le figlie di Cortinto erano ιερόδουλες, cioè prostitute al tempio di Afrodite sull’Acropoli, in servizio ai marinai di passaggio sullo stretto, l’Istmo, durate le settimane di attesa per lo smontaggio delle navi, lo scarico di merci, il trasposto nel binario di pietra Διολκός da un mare all’altro. Le figlie di Corinto si trattenevano la metà dell’incasso, si arricchivano e formavano famiglia come dignitarie e rispettate ,ex fedeli di Afrodite e della città ricca di capitali risparmiati con pratiche bancarie fondate sulla prostituzione sacra.

L’omosessualità nell’antica Grecia

L’omosessualità maschile era una pratica diffusa e accettata nell’antica Grecia, soprattutto nelle relazioni tra uomini adulti e adolescenti (pederastia).

  • Pederastia: Questa pratica era considerata un aspetto importante dell’educazione maschile e contribuiva a formare i giovani cittadini.
  • Omosessualità femminile: Sebbene meno documentata, l’omosessualità femminile esisteva nell’antica Grecia, anche se era meno accettata socialmente.
  • Rappresentazione nell’arte e nella letteratura: L’omosessualità è ampiamente rappresentata nell’arte e nella letteratura greca, a testimonianza della sua diffusione e accettazione.

L’evoluzione delle norme sociali nel tempo

Le concezioni sulla sessualità nell’antica Grecia non erano statiche, ma si evolvevano nel tempo.

  • Periodo arcaico: In questo periodo, le relazioni sessuali erano più libere e meno regolamentate.
  • Periodo classico: Con l’affermazione della democrazia ad Atene, si assistette a una maggiore regolamentazione della sessualità e a una maggiore attenzione alla famiglia e alla procreazione.
  • Periodo ellenistico: Nel periodo ellenistico, si assistette a una maggiore tolleranza verso diverse forme di sessualità, compresa l’omosessualità.

Una società in evoluzione. È importante ricordare che l’antica Grecia era una società in continua evoluzione. Le norme sociali e le concezioni sulla sessualità variavano nel tempo e nello spazio. Le donne, ad esempio, avevano un ruolo diverso nelle diverse città-stato.

Conclusioni. La sessualità nell’antica Grecia era un fenomeno sociale, culturale, religioso complesso e multiforme, influenzato da fattori storici e migrazioni di popoli arrivati, portatori di costumi bellicosi, nomadi, dominatori guerrieri di cultura patriarcale. Le norme e le pratiche sessuali variavano a seconda del periodo storico, della città-stato e del ceto sociale. Mentre alcune pratiche, come la pederastia, erano ampiamente accettate, altre, come l’adulterio, erano condannate. È importante sottolineare che la nostra comprensione della sessualità nell’antica Grecia è basata su fonti limitate e spesso soggette a interpretazioni diverse.

Evangelos Alexandris Andruzzos – Fact Checker
Formatore, sociologo, giornalista, editore.
Consulente organizzazione e comunicazione.
Coordinatore di progettazione europea internazionale.

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