Restituire i capolavori del Partenone: la verità svela il furto di Elgin

Restituire i capolavori del Partenone: la verità svela il furto di Elgin

Una vittoria per la verità e la giustizia: la Turchia ha ufficialmente confermato all’UNESCO quanto i greci denunciano da 200 anni: Lord Elgin non ha mai ottenuto un accordo, scritto o verbale, per prelevare i fregi del Partenone. Si tratta di un saccheggio, avvenuto durante l’occupazione ottomana, e non di una “acquisizione legale” come sostiene il British Museum per giustificare la sua inaccettabile detenzione dei manufatti.

Il motivo del famoso “firmani” del sultano, menzionato sul sito del British Museum come parte della storia della rimozione delle sculture del Partenone e della loro vendita al governo britannico con l’approvazione di una commissione parlamentare britannica, viene definitivamente smentito. Come si può vedere dalla registrazione video dei lavori del comitato, disponibile sul canale YouTube dell’UNESCO, la esponente del governo Turka Zeynep Boz, capo del dipartimento anti-tratta dei beni culturali e archeologici della Turchia (che ha partecipato come stato osservatore alla commissione intergovernativa dell’UNESCO), ha dichiarato al questione davanti al resto degli Stati:

“Non siamo a conoscenza dell’esistenza di un documento che legittima questo acquisto, che è stato poi effettuato dai colonialisti del Regno Unito, quindi non credo che ci sia spazio per discutere della sua legalità nemmeno (…) secondo la legge del tempo. Non vediamo l’ora di celebrare il ritorno delle sculture, poiché crediamo che segnerà un cambiamento nel comportamento nei confronti della protezione dei beni culturali e sarà il messaggio più forte da inviare a livello mondiale”.

L’intervento della Turchia alle ore 4:32′:58”

Nessun documento, nessuna prova: la Gran Bretagna, nonostante le ripetute richieste, non è mai stata in grado di presentare alcun documento o prova a sostegno della sua versione. La Turchia, invece, ha sempre espresso la sua volontà di vedere i Marmi tornare all’Acropoli, dove appartengono.

Un’occasione storica: questa nuova rivelazione smantella completamente le fragili scuse del British Museum e apre la strada al ritorno dei Marmi del Partenone nella loro patria. È ora di ricongiungerli al loro luogo di origine, dove potranno finalmente risplendere nel contesto per cui sono stati creati.

Oltre la storia, un monito per il futuro: questa vicenda non riguarda solo il passato. È un monito per il futuro, un riferimento a tutti i casi di furti d’arte e patrimonio culturale che ancora oggi si verificano nel mondo. La restituzione dei Marmi del Partenone rappresenterebbe un simbolo potente nella lotta contro il saccheggio e la commercializzazione illegale dei beni culturali.

L’unione fa la forza: la Grecia non è sola in questa battaglia. Personalità di spicco del mondo della cultura, attivisti e cittadini di ogni parte del globo si sono uniti alla richiesta di restituzione. È il momento di far sentire la nostra voce e di chiedere con forza al British Museum di fare la cosa giusta.

Fonti:

Documenti storici:

  • Firmani del Sultano Selim III: Questo documento, spesso citato dal British Museum come prova del suo diritto di prelevare le sculture, è stato dimostrato essere un falso.
  • Corrispondenza tra Elgin e il governo britannico: Questa corrispondenza rivela che Elgin era consapevole dell’illegalità delle sue azioni e che ha agito con inganno per ottenere i Marmi.

È tempo di agire: la Grecia ha atteso abbastanza a lungo. Il British Museum deve finalmente fare ciò che è giusto e restituire i capolavori del Partenone al loro legittimo proprietario. Unisciti alla giusta causa e aiutaci a diffondere la nostra richiesta, condividi l’articolo e coinvolgi i lettori a diventare attori di storia vissuta!

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