Un commento

  1. Dopo ben 2.500 anni, le parole di Platone nell’Apologia di Socrate risuonano con forza in un’epoca come la nostra, dominata dalla frenesia e dalla superficialità. Immersi in un flusso continuo di informazioni e distratti da mille sollecitazioni, rischiamo di perdere di vista ciò che è davvero importante: la ricerca della conoscenza e del senso della nostra esistenza.

    La ricerca come essenza dell’essere umano è da sempre stato fondamentale per fare emergere l’uomo dalla bestialità. L’uomo, per sua natura, è un animale curioso e desideroso di sapere. È questa insaziabile sete di conoscenza che ci spinge ad esplorare il mondo che ci circonda, ad interrogarci sul nostro posto in esso e a cercare di comprendere la natura stessa della realtà.
    La ricerca filosofica è come antidoto alla superficialità, le paure, le supestizioni, la bestialità istintiva, in un mondo che spesso ci invita ad accontentarci di risposte facili e preconfezionate, stereotipiofferti pateticamente dalle strutture di potere per il controllo delle masse amorfe e non pensanti, inconsapevoli, acritiche, di fatto non libere, la ricerca riflessiva rappresenta un atto di ribellione contro la superficialità e l’alienazione, lo sfruttamento dell’uomo dall’uomo. È il coraggio di mettere in discussione le certezze acquisite, di esplorare nuovi sentieri e di sfidare le convenzioni.

    La ricerca filosofica, effetto della filosofia accesa come metodo di vita, è lo strumento di crescita personale. La ricerca non è solo un modo per conoscere il mondo, ma anche per conoscere noi stessi. Attraverso l’esplorazione delle nostre passioni, dei nostri talenti e dei nostri limiti, possiamo crescere come individui e raggiungere il nostro pieno potenziale.

    La ricerca come impegno verso la società, visto che dalla società riceviamo la qualifica di “personalità” che determina la propria coscienza e provoca i nostri ragionamenti e comportamenti, praticamente noi rispecchiamo ed elaboriamo l’imprinting selettivo che effettuiamo continuamente nel nostro ambiente sociale.
    La ricerca non è un’attività fine a se stessa. Essa ha un valore sociale inestimabile, perché ci permette di migliorare la nostra comprensione del mondo e di trovare soluzioni ai problemi che affliggono l’umanità, in un processo perenne in doppia direzione, riceviamo informazioni sociali, le elaboriamo e le restituiamo nella società con responsabilità personale.

    L’invito di Platone è un monito severo. Le parole di Platone sono un invito a non accontentarci di una vita mediocre, priva di stimoli e di significato, priva di riflessione che portino alla partecipazione attiva nella comunità. Ci esortano ad abbracciare la ricerca come stile di vita, a coltivare la nostra curiosità e a non smettere mai di interrogarci sul mondo e su noi stessi, magari con atteggiamento di viva curiosità e postura attiva per cambiare noi stessi in meglio, effettuando lo stesso identico beneficio nella nostra società.
    Solo attraverso la ricerca possiamo dare un senso autentico alla nostra esistenza e vivere una vita degna di essere vissuta.
    Evangelos Alexandris Andruzzos

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